Les Patriotes ivoiriens en Italie lancent une pétition internationale pour la libération du président Gbagbo
Par Correspondance particulière - Les Patriotes ivoiriens en Italie lancent une pétition internationale pour la libération du président Gbagbo.
Communiqué-10/02/2014
Les Patriotes Ivoiriens en Italie lance une pétition pour la libération du président Gbagbo
Hisashi Owada, Presidente Corte Internazionale di Giustizia: Liberate Laurent Gbagbo e tutti i prigionieri politici in Costa D'Avorio
La petizione è in attesa di approvazione dalla comunità di Avaaz
Perché è importante
Petizione per richiedere la liberazione di Laurent Gbagbo e di tutti i prigionieri politici in Costa d’Avorio.
Laurent Koudou Gbagbo, padre del pluralismo politico e della libertà di espressione in Costa d’Avorio, è detenuto ingiustamente nel carcere della Corte Penale Internazionale!
L’11 aprile 2011 i bombardamenti degli aerei francesi hanno permesso di far arrestare colui che ha dedicato tutta la sua vita per raggiungere i seguenti obiettivi:
1) l’attuazione del multipartitismo e della democrazia, sancita nel 1990 nella propria patria;
2) l’autodeterminazione del popolo ivoriano e di tutto il continente africano attraverso pratiche non-violente e l’uso della parola e della scrittura. Gbagbo lo ha fatto organizzando convegni, conferenze, dibattiti e scrivendo libri e articoli sugli argomenti in questione.
Appena salito al potere nell’ottobre 2000, in seguito alla consultazione elettorale aperta a tutti, Laurent Gbagbo ha messo in opera il suo programma di governo, “la Rifondazione”, che prevedeva:
-la scuola obbligatoria e gratuita (nel 2001 i manuali scolastici furono distribuiti ai bambini della prima classe elementare, nel 2002 anche a quelli della seconda classe elementare. Il provvedimento fu poi sospeso perché le risorse finanziarie furono destinate all’esercito per fronteggiare la ribellione armata del 19 settembre 2002);
-l’assistenza sanitaria di base accessibile a tutti;
-la liberalizzazione delle filiere caffè-cacao per dare la possibilità agli agricoltori e ai contadini di poter vendere direttamente i loro prodotti, senza intermediari. Ciò avrebbe permesso maggiori introiti a una delle categorie sociali più deboli;
-la diversificazione delle relazioni economiche e diplomatiche (ad esempio stabilendo rapporti di cooperazione con Giappone, Brasile, Cina, Italia, USA ecc...). Questo punto del programma, che non è mai stato gradito alle multinazionali francesi e alla classe politica di allora (governo Chirac- De Villepin), è, senza ombra di dubbio, la causa del tentativo di rovesciamento del presidente Gbagbo compiuto il 19 settembre 2002.
In effetti, in quel famigerato 19 settembre, mentre il Presidente Laurent Gbagbo era in visita in Italia, i ribelli (autoctoni del nord e stranieri provenienti da nazioni confinanti con la Costa d’Avorio) insieme ai cacciatori Dozos, tentarono un colpo di stato che fortunatamente fallì. Essi si giustificarono sostenendo di essere state vittime di discriminazione.
Le ragioni del tentativo di rovesciamento di Laurent Gbagbo sono ben altre: egli aveva istituito gare d’appalto in un mercato dove i grandi lavori e le concessioni per l’estrazione del gas e del petrolio erano riservati esclusivamente alle multinazionali e alle aziende francesi. L’esempio lampante è stato il progetto per il cosiddetto " terzo ponte", la cui costruzione è stata rinviata a causa della ribellione armata del settembre del 2002, mentre i cinesi erano pronti a realizzarlo a un terzo della spesa prevista dagli appaltatori francesi. Il Quotidiano Nazionale del 18.11.2004 sostiene che: «Chirac ha sempre avversato il dispotico e infedele Laurent, che aveva osato mettere in discussione gli interessi francesi aprendo gli appalti pubblici di importanti infrastrutture anche ad americani, cinesi e giapponesi».
E come dice Nigrizia nel dicembre 2004: «questo modo di muoversi non poteva piacere ai gruppi economici francesi, che hanno sempre fatto il loro comodo in Costa d’Avorio».
Nel 2000 Gbagbo, appena eletto, dichiarava: «Noi africani dobbiamo imparare ad essere più indipendenti», ovviamente dalla Francia.
Nel 2005, alla scadenza naturale del mandato di Gbagbo, non furono organizzate le elezioni, perché durante il tentativo di colpo di stato del 2002, nel nord, i ribelli devastarono abitazioni e uffici amministrativi (comuni, prefetture e sotto prefetture), compresa la documentazione anagrafica, rendendo impossibile l’identificazione di numerosi cittadini. Perciò ci sono voluti ben cinque anni, dal 2005 fino a ottobre 2010, per ricostruire l’identità delle persone, il censimento e la composizione delle liste elettorali…
Alle elezioni del 2010 (primo turno 31 ottobre e secondo 28 novembre), per la Commissione Elettorale Indipendente, pilotata dalla Francia, il Presidente della Repubblica risulterebbe Alassane Ouattara mentre per la Corte Costituzionale (organismo supremo della Nazione), dopo l’annullamento di risultati viziati da irregolarità riscontrate nelle zone controllate dai ribelli armati di Ouattara, Gbagbo è il Presidente della Repubblica.
Laurent Gbagbo è detenuto nelle carceri olandesi perché ritenuto corresponsabile dei crimini avvenuti durante la crisi post-elettorale (dal 28 novembre 2010 all’aprile 2011). Ma, perché né Alassane Ouattara (attuale Presidente della Repubblica voluto dalla comunità internazionale capeggiata dalla Francia), né Guillaume Soro (attuale Presidente dell’Assemblea Nazionale ed ex portavoce dei ribelli) non vengono, a loro volta, interpellati dalla Corte Penale Internazionale, dal momento che invitarono i loro sostenitori ad insorgere, affrontando le forze dell’ordine, con le relative conseguenze che ne seguirono? Non solo: durante il tentativo di colpo di stato del 19 settembre 2002, i loro ribelli armati, insieme ai cacciatori Dozos, causarono più di tremila vittime tra morti e sparizioni… Perché i riflettori vengono accesi solamente sui danni commessi dai sostenitori di Gbagbo?
Alla luce di quanto sopra espresso, è evidente che Laurent Gbagbo non è causa del conflitto politico-militare, ma ne è vittima dal 19 settembre 2002; le ragioni della crisi non sono, per altro, dovute ai contrasti interni di natura etnica, religiosa o di discriminazione di una parte della popolazione, ma hanno come mandante l'Occidente, che mira al conseguimento di interessi economici e commerciali ai danni della Costa d’Avorio. Pertanto, si richiede la scarcerazione di Laurent Gbagbo, ritenuto il Padre della democrazia in Costa d’Avorio.
Par Les Patriotes Ivoiriens d'Italie